Audior 26 Agosto

Concerto di Acusmonium I
26 Agosto 2022 – ore 21:30
Auditorium
(A cura di Dante Tanzi)
Ambrose Field “Ma belle dame souveraine” [2009] 5:29
da: Being Dufay
John Potter, tenore
Manfredi Clemente “La Boucle” [2015] 11:10
da: La forme du Paradoxe
Annette Vande Gorne “Haikus Eté” [2016 – 19] 11:16
Da: Haikus – versione stereo
Christian Eloy “Eneyida” [2022] 8’30”
Dante Tanzi “In Between” [2013] 4:41
Louise Rossiter “Synapse” [2020] 8:03
Prix Luigi Russolo 2020/21
Elia Andrea Corazza “Finalmente Alighieri!” [2022] 6:48
Premio “Institutione Musica” Festival Dante 2021
Sophie Delafontaine “Gris souris” [2017] 10:03
Interprete all’acusmonium:
Dante Tanzi
Progetto elettroacustico:
Eraldo Bocca
NOTE DI PROGRAMMA
Ambrose Field “Ma belle dame souveraine” [2009] 5:29 Da: Being Dufay
John Potter, tenore
Being Dufay nasce da una contrapposizione apparentemente insanabile: quella tra la preziosa vocalità fiamminga di Guillaume Dufay (esponente della “scuola di Borgogna” e massimo compositore del XV secolo) e le enormi possibilità creative dell’elettronica. Desideroso di esplorarne i limiti, Ambrose Field (specializzato nella creazione di musica concreta, per il tramite della ricodificazione di sorgenti naturali) decide di immergere canzoni e mottetti del maestro fiammingo dentro sublimi landscape artificiali, realizzando un’opera talmente densa di significato e pregna di spiritualità da risultare quasi insostenibile. Il compito di fondere quelle parole antiche con la flessibilità e la magia della voce è affidato a John Potter. Usando la voce come se fosse un’oscura sorgente di incantesimi, conscio del fatto che, il giorno in cui tutti gli strumenti saranno “inutili”, lo strumento più istintivo continuerà a darci la possibilità di entrare in contatto con il mondo circostante, il tenore inglese ci conduce per mano dentro le ebbrezze di un misticismo inebriante, tra i labirinti di polifonie maestose, iridescenti, sovrannaturali […]
Una voce, i suoi brividi raggelanti: l’invocazione di “Ma Belle Dame Souveraine” viene raccolta dal baratro e proiettata dentro un albeggiare di baluginii elettronici. Potreste immaginarvi dispersi in qualche solitaria cattedrale medioevale, con le vetrate battute da una pioggia insistente, mentre, in ginocchio, raccogliete le forze e iniziate a pregare sottovoce: “Ma belle dame souveraine, faites cesser ma grief dolour” (“O mia bella signora e sovrana, fate cessare il mio greve dolore”).
(Dalla recensione di Being Dufay di Francesco Nunziata, Ondarock, 16 settembre 2009)
Ambrose Field è un compositore pluripremiato a livello internazionale, scrive musica per voci e ensemble e ha lavorato a lungo con la tecnologia in modi che esplorano le connessioni spaziali, coinvolgendo l’architettura e la comunità. Ha studiato Scienze dell’Educazione all’Università di Cambridge (Robinson) e ha conseguito un dottorato di ricerca in Musica presso la City – Università di Londra. Attualmente il professor Field è il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di York. In precedenza ne è stato il Decano ad interim dal 2018 al 2020, e prima ancora è stato il direttore del dipartimento di musica.
L’integrazione delle arti con la scienza e la tecnologia è molto importante nella sua ricerca, focalizzata sulle connessioni interdisciplinari, la rilevanza sociale delle arti e i nuovi approcci alla creatività. Nel 2017 è stato nominato Professore Onorario del Beijing Institute for Advanced Innovation; è stato consulente per società di media e per società tecnologiche, membro dell’AHRC peer review college e panel e membro del consiglio di organismi nazionali professionali nelle arti. Il suo pezzo per 25 voci indipendenti, Pod Twoja Obrone, è stato commissionato dal Coro da Camera Nazionale Polacco in occasione dell’80° anniversario del compositore H. M. Gorecki. Prodotto da Manfred Eicher e pubblicato dalla ECM, l’album Being Dufay è distribuito dalla Universal e ha ricevuto 5* nelle recensioni di BBC Music e Classic FM. https://www.york.ac.uk/music/staff/academic/ambrose-field/
John Potter ha iniziato la sua formazione musicale come corista nel Cambridge King’s College Choir; ha poi proseguito gli studi specializzandosi in musica vocale antica e contemporanea. Oltre che come solista si è esibito con molti ensemble vocali, tra cui Hilliard Ensemble (con il quale ha ricevuto un disco d’oro), The Swingle Singers, The Dowland Project, Gavin Bryars Ensemble e Red Byrd, di cui è co-fondatore. Potter è Professore Emerito presso il Dipartimento di Musica dell’Università di York; i suoi interessi di ricerca comprendono la sociologia della musica vocale e del repertorio vocale, in particolare la musica rinascimentale e contemporanea. È autore di numerosi articoli in pubblicazioni accademiche.
Manfredi Clemente “La Boucle” [2015] 11:10 Da: La forme du Paradoxe
La forme du paradoxe è un ciclo di composizioni concrete, della durata totale di circa 36 minuti, composte dal 2013 al 2015 fra i Birmingham ElectroAcoustic Music Studios e lo studio personale dell’autore, a Palermo. Il lavoro si propone al contempo di rendere omaggio alla tradizione concreta o acusmatica francese, e di rinnovarne il linguaggio alla luce delle esperienze dell’improvvisazione elettroacustica contemporanea e della soundscape composition. Sul piano concettuale il lavoro riflette sullo spazio vissuto ed esperito a diversi livelli: lo spazio definito dal mezzo tecnico, la registrazione, è protagonista de Il habite partout; quello del sottile confine fra realtà, sogno e immaginazione è il motore de Les dimensions du réel, mentre i due elementi insieme sono ripresi nel conclusivo La boucle, dove però la presenza umana si frappone fra ascoltatore e ascoltato, sottolineando lo spazio del rapporto, della risonanza. Les dimensions du réel ha conseguito il premio speciale della giuria al Festival Di_Stanze 2014. La boucle ha ricevuto la menzione del Premio Presque Rien 2015, intitolato alla memoria del compositore Luc Ferrari.
Manfredi Clemente
Manfredi Clemente è un compositore, artista del suono e sound designer con sede a Parigi. La sua ricerca teorica e pratica è incentrata sul concetto di immagine sonora, sulla sua fenomenologia, sul carattere evocativo e sulla dimensione spaziale. Per diversi anni ha fatto parte del B.E.A.S.T. – Birmingham Electro Acoustic Sound Theatre e ha curato l’installazione e le performance dell’acusmonium di FMC – Festival di Musica Contemporanea di Cagliari. Dal 2017 al 2019 ha lavorato come tecnico A/V e fonico per il Teatro Massimo di Palermo.
Nel 2020-2021 è stato capo ingegnere del suono per la registrazione e la trasmissione audio nello stesso teatro dell’opera. Comporre per il teatro e la performance artistica è uno dei suoi principali interessi, che lo ha portato a collaborare con diverse compagnie e artisti tra cui Johannes Erath, Kor’sia, Maria Vittoria Bellingeri, LOT-EK, Gaetano Costa, Dario Enea (Soggettile Teatro), Marìka Pugliatti, Clémence Kazemi e Marco Giusti. La sua musica viene eseguita in tutto il mondo e ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui il 1° Premio al Prix Presque Rien 2019, il GRM Banc d’Essai 2018 e il 1° Premio al DI_Stanze Festival 2014. http://www.manfrediclemente.it/bio/
Annette Vande Gorne “Haikus Eté” [2018 – 19] 11:16 Da Haikus – versione stereo
A Mario Mary
Jeux d’insectes lancinants 2:45
Songe d’un après-midi d’été 5:06
Voyage immobile 1:24
Danse folle des feux follets 1:55
Immaginiamo l’estate per i giochi fastidiosi degli insetti che turbano il torpore di un sogno di un pomeriggio di mezza estate, una specie di viaggio immobile. In estate, il caldo sollecita la stravaganza, la folle danza dei fuochi fatui. Ciascun quadro presenta la propria scrittura sonora e spaziale, e le immagini energetiche incontrate in Robert Schumann (Butterflies, op 2 and Traumes Wirren des Fantasiestücke, op 12 no 7), Claude Debussy, György Ligeti, Paul Hindemith, Hector Berlioz, Hugues Dufourt, Modeste Petrovitch Mussorgsky, Jean-Michel Jarre, Antonio Vivaldi e Sergei Sergeyevich Prokofiev. Esse guidano il comportamento polifonico delle immagini sonore e lo sviluppo dei movimenti in uno spazio ambiofonico diviso. “Haikus Eté” è stato composto nel 2018-19 presso lo studio Métamorphoses d’Orphée di Musiques & Recherches a Ohain (Belgio) e presentato in anteprima il 20 aprile 2019 al Théâtre des variétés di Monaco, nell’ambito del Monaco International Electroacoustic Music Meetings (RIME). “Haikus Eté” è stato eseguito a Pechino, Bogotá, Bruxelles, Cracovia, Firenze, Kyiv, Lisbona, Londra, Monaco, Montpellier, Nizza e Ohain…
Haïkus è un’opera suddivisa in cinque stagioni e 17 haiku, realizzata dal 2016 al 2020 presso lo studio Métamorphoses d’Orphée di Musiques&Recherches a Ohain (Belgio) con diverse borse di creazione della FédérationWallonie-Bruxelles (Administration générale de la culture, Service de la musique). L’Haïkus completo è stato presentato in anteprima il 25 ottobre 2020, durante il festival Espace du son al Théâtre Marni di Bruxelles (Belgio). Ispirata dalla brevità e dalla risonanza immaginativa dell’haiku, questa opera evoca i mondi contrastanti delle quattro stagioni e del Capodanno, in uno spazio ambifonico diviso in 16 canali. La natura, il suo ciclo di stagioni e le attività umane ad esse collegate costituiscono un ambito ideale per il paesaggio sonoro, genere appartenente alla musica acusmatica, da me affrontato nel 1986 (paysage / vitesses). Qui, una serie di piccoli dipinti dedicati a ogni stagione, suscita – a partire da una selezione di alcuni haiku giapponesi classici e contemporanei – un mondo immaginario, immagini mentali, ricordi emotivi in ogni ascoltatore. Essi sono basati sulle stesse immagini e movimenti di energia offerti dal repertorio occidentale, da Antonio Vivaldi a Jean-Michel Jarre. La qualità primaria di un haiku – invarianza e fluidità secondo i discepoli di Bashô – trova risposta nella coppia “permanenza e variazione” della tipologia di Pierre Schaeffer, che caratterizza qualsiasi stile apollineo in cui “tutto è ordine e bellezza” (Charles Baudelaire). L’opera è dedicata a François Bayle, la cui ricerca stimolante e incessante sull’immagine sonora ha permesso l’esperienza di questo lavoro.
Annette Vande Gorne – Diviser l’espace, à propos de “Haïku” https://vimeo.com/251781596
Annette Vande Gorne ha terminato gli studi classici presso i Conservatori Reali di Mons e di Bruxelles e gli studi con Jean Absil e ha incontrato casualmente la musica acusmatica durante un corso di formazione in Francia. Immediatamente convinta, dalle opere di François Bayle e Pierre Henry, della natura rivoluzionaria di questa forma d’arte (le perturbazioni della percezione, il rinnovo dei processi compositivi attraverso la scrittura e l’ascolto delle caratteristiche spettromorfologiche del suono, l’importanza storica del movimento), ha dapprima seguito alcuni corsi per consolidare le sue basi, poi ha studiato musicologia (ULB, Bruxelles) e composizione elettroacustica con Guy Reibel e Pierre Schaeffer al Conservatorio superiore nazionale di Parigi. Ha fondato e gestito il centro Musiques & Recherches e gli studi Métamorphoses d’Orphée (Ohain, 1982). Dopo la costruzione di un acusmonium con 60 altoparlanti, derivato dal sistema di proiezione audio progettato da François Bayle ha dato inizio a cicli di concerti e a un festival acusmatico chiamato L’Espace du son (Bruxelles, 1984; divenuto annuale dal 1994).
Annette Vande Gorne è curatrice della rivista di estetica musicale Lien e del Répertoire Elettro-CD, un elenco di opere elettroacustiche. Ha inoltre fondato il concorso di composizione Métamorphoses e il concorso di interpretazione spazializzata Espace du son. Ha gradualmente allestito l’unico centro di documentazione del Belgio sull’arte acusmatica, disponibile online all’indirizzo www.musiques-recherches.be. È interprete in numerosi concerti acusmatici, sia delle sue opere sia di opere tratte dal repertorio internazionale. Docente di composizione elettroacustica al Conservatorio Reale di Liegi (1986), poi a Bruxelles (1987) e a Mons (1993), ha fondato una sezione di Musica Elettroacustica autonoma da quest’ultimo, più tardi (2002) integrata nel quadro degli studi universitari europei.
Dirige un corso estivo di formazione internazionale sulla spazializzazione (dal 1999) e sulla composizione elettroacustica (dal 1987).
Le sue opere possono essere ascoltate in ogni festival e in ogni programma radiofonico di musica su supporto. Il suo lavoro attuale si concentra su vari archetipi energetici e cinestesici. La natura e il mondo fisico fungono da modelli per l’elaborazione di un linguaggio musicale astratto ed espressivo.
Annette Vande Gorne è interessata ad altri due campi di ricerca: le varie relazioni tra parola, suono e significato fornite dalla tecnologia elettroacustica e la composizione dello spazio visto come il quinto parametro musicale, la sua relazione con gli altri quattro parametri e gli archetipi in uso. Il suo lavoro ricade essenzialmente nella categoria della musica acusmatica; ricordiamo la suite Tao e la composizione “Ce qu’a vu le vent d’Est”, che rinnova i legami della musica elettroacustica con il passato, con alcune incursioni in altre forme d’arte, tra cui il teatro, la danza, la scultura, eccetera. https://electrocd.com/en/artiste/vandegorne_an/Annette_Vande_Gorne
Christian Eloy “Eneyida” [2022] 8:30
Questo pezzo è stato scritto come tributo al coraggio del popolo ucraino di fronte alla sofferenza e al martirio di cui è stato vittima durante questo mese di febbraio 2022. Il titolo “Eneyida” vuole essere un riferimento all’omonimo poema burlesco scritto da Ivan Kotlyarevsky nel 1798, considerato il fondatore della moderna letteratura ucraina. “Eneyida” è considerata la prima opera letteraria pubblicata interamente nella moderna lingua ucraina. Sebbene l’ucraino sia una lingua quotidiana per milioni di persone in Ucraina, il suo uso in letteratura è stato ufficialmente scoraggiato nell’area controllata dalla Russia imperiale. Eneyida è una parodia dell’Eneide di Virgilio, dove Kotlyarevsky ha trasformato gli eroi di Troia in cosacchi Zaporozhsky. I critici pensano che sia stata creata alla luce della distruzione dello Zaporozhsky Hetmanate ordinata da Caterina la Grande. L’opera è stata scritta durante lo sviluppo del romanticismo e del nazionalismo in Europa. A quel tempo, alcuni membri dell’élite ucraina furono sopraffatti dalla nostalgia per lo stato cosacco, eliminato dalla Russia nel 1775-1786. Le prime tre parti del poema furono pubblicate nel 1798 a San Pietroburgo, all’insaputa dell’autore. L’intero poema Eneyida fu pubblicato dopo la morte di Kotlyarevsky nel 1842 e sarebbe stato tradotto solo nel 1933 sulla rivista americana Ukraine Weekly. Tuttavia, la prima traduzione inglese completa è stata pubblicata solo nel 2006 in Canada da un canadese ucraino chiamato Bohdan Melnyk.
Christian Eloy è nato nel 1945 ad Amiens (Francia) dove ha studiato flauto e composizione al Conservatorio Nazionale di Regione; in seguito si è iscritto al Conservatorio Superiore di Parigi.
È stato flautista in un’orchestra per 5 anni a Parigi e poi direttore di un conservatorio per 7 anni (600 studenti). Ha incontrato l’etnomusicologia a Dublino e la musica elettroacustica a Parigi con Ivo Malec, Guy Reibel, François Bayle al GRM e all’IRCAM. Docente per 24 anni del dipartimento di composizione elettroacustica del Conservatorio di Bordeaux. Insegnante per 17 anni presso i laboratori del GRM (Groupe de Recherches musicales) di Parigi. Docente presso l’Università di Bordeaux e Parigi Sorbona per 10 anni.
Co-fondatore e direttore artistico di SCRIME per 12 anni (studio di creazione e laboratorio di ricerca) presso l’Università di Bordeaux. Compositore di oltre cinquanta brani di musica strumentale, vocale, musica elettroacustica, brani didattici, racconti elettroacustici, opere per bambini tra cui alcune commissionate dallo Stato, dal GRM e da Radio France.
Ha ottenuto diversi premi, tra cui il “Prix de la communauté européenne Poesie et Musique” e il premio “François de Roubaix”. Le sue partiture sono pubblicate da Lemoine, Billaudot, Combre, Jobert, Fuzeau, Notissimo, Questions de tempéraments. Ha inoltre pubblicato presso PUF (Francia), Johnston Ed. (Irlanda), MIT press (Stati Uniti), Le mensuel littéraire et poétique (Belgio), Confluenze (Francia). Discografia: CD Ina-GRM DDD771 – CD IMEB (Bourges) Compendio 2004 – CD IMEB (Bourges) Compendio 2005 – CD Octandre N°1 et 2 (distribuzione Metamkine) – CD Empreinte digitale Arbre Nuage Ying-Chieh Wang erhu. Co-fondatore (2014) del Concorso Internazionale di Composizione Acustica “Petites Formes” tra Taiwan, Giappone e Francia.
https://electrocd.com/en/artiste/eloy_ch/christian-eloy
Dante Tanzi “In between” [2013] 4:41
Attraverso un dialogo tra strutture musicali lineari, fasce di suoni elettronici e voci distorte, questo breve brano tenta di individuare un punto di mediazione, o forse di transito, tra due modi di pensare la musica.
Dante Tanzi
È compositore ed interprete di musica acusmatica, diplomato in Musica Elettronica al conservatorio Giuseppe Verdi di Como. Sue composizioni sono state eseguite in Italia (Musica Nel Nostro Tempo, Colloqui di Informatica Musicale, Festival Cinque Giornate, Festival SpazioMusica, Labirinti Sonori) in Svizzera (Euromicro, Computer Music Concert), in Canada (EuCue Series), nel Regno Unito e in Irlanda (ICMC, Sonorities), in Spagna e nei Paesi Baschi (Festival di Flix, Festival Bernaola), in Francia (Festival Licences, Festival Futura, SIME, Alcôme, En Chair et En Son, Klang!), in Colombia (BunB), negli Stati Uniti (NYCEMF), in Portogallo (DME), in Austria (Ars Electronica), in Argentina (Atemporànea), in Giappone (OUA-EMF), in Belgio (Espace du son) e in Messico (Ecos Urbanos). Nel 2011, nel 2014, nel 2017 e nel 2018 ha curato il programma dei concerti di musica acusmatica nell’ambito del ‘Festival 5 Giornate’ di Milano. Dal 2012, in qualità di interprete all’acusmonium prende parte alle stagioni di ‘San Fedele Musica’ e ai concerti con l’acusmonium mobile AUDIOR, di cui cura la programmazione. A partire dal 2013 ha tenuto laboratori di spazializzazione del suono per il CESMA (Centro Europeo Studi Musica e Acustica di Lugano) a Novara, e masterclass per i conservatori di Como, Torino e Lecce, nell’ambito del MA/IN Festival. Dal 1985 al 2009 ha lavorato presso il Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università degli Studi di Milano. È autore di saggi pubblicati su Leonardo Music Journal, Interface, De Musica, Leonardo, Organised Sound, Crossings e Contemporary Music Review. È membro fondatore dell’associazione ‘Audior’. www.audior.eu
Louise Rossiter “Synapse” [2020] 8:03 – Prix Luigi Russolo 2020
“Synapse” è il quinto lavoro concluso nell’ambito della suite Der Industriepalast e si basa sull’infografica di Fritz Kahn intitolata ‘Il sistema nervoso è un sistema elettrico?’ (1939). L’infografica di Kahn rappresenta la funzione di una sinapsi, la struttura che consente a un neurone di trasmettere un segnale elettrico o chimico a un altro neurone o cellula bersaglio. Nella sua infografica, Kahn confronta la sinapsi con un generatore elettrico, ed è un confronto molto appropriato data la funzione delle sinapsi nel generare elettricità e nel trasportarla nel corpo attraverso la neurotrasmissione.
Louise Rossiter (1986) è una pluripremiata compositrice elettroacustica e artista del suono con sede a Leicester, nel Regno Unito. I suoi interessi di ricerca sono orientati verso le aspettative nella musica acusmatica, il silenzio e la musica, l’ecologia acustica, la composizione multicanale e la spazializzazione. La sua attuale ricerca, che prosegue la ricerca di dottorato, esplora i modi in cui le interazioni di suono, silenzio e fusione timbrica possono evocare implicazioni, indurre aspettative e provocare domande. Attualmente sta componendo una serie di pezzi che esplorano il lavoro di Fritz Kahn. Il lavoro del dottor Kahn ha rivoluzionato l’area dell’infografica producendo immagini che rappresentano l’anatomia umana come complessi macchinari. Il progetto di ricerca esplora il legame che intercorre tra suono, immaginario e immaginazione al fine di esplorare le aspettative.
Le opere di Louise mirano a fornire un’esperienza sonora altamente coinvolgente e in qualche modo imprevedibile. I progetti precedenti si sono concentrati sul silenzio, sul contrasto tra luoghi reali e immaginari e sul suono enigmatico.
I suoi lavori sono stati eseguiti a livello internazionale al CIME (Cracovia) EMS, Electronic Music Week (Shanghai), Influx (Musiques et Reserches), L’espace du sons, NYCEMF, BEAST, SSSP, Sound Festival, Soundings…, Sound Junction, Forum Wallis, Toronto Electroacoustic Symposium, Conservatorio di Musica di Bologna, Electric Spring Festival ed Electroacoustic Wales. Le opere di Louise sono state premiate in diversi concorsi internazionali, tra cui il Destellos International Composition Competition (2014), Musica Nova (2010, 2019, 2020, 2021), Franz Liszt Stipendium (2013), Electronic Music Week, Shanghai (2013), Forum Wallis (2020). Nel 2012 ha vinto il Primo Premio del prestigioso concorso internazionale di spazializzazione L’espace du son. Nel 2019 Homo Machina è stata selezionata per la pubblicazione sul CD CIME 2019. Nel 2021 Louise ha ricevuto il Premio Russolo per la composizione Synapse, ed è la prima compositrice elettroacustica donna a ricevere il Premio Russolo sin dal suo inizio nel 1979. Il lavoro di Louise è pubblicato dall’etichetta discografica Xylem. http://louiserossiter.com
Elia Andrea Corazza “Finalmente Alighieri!” [2022] 6:48
Assieme agli altri brani facenti parte del trittico vincitore del concorso internazionale “De Institutione Musica” nell’ambito del Festival Dante 2021, “Finalmente Alighieri!” si basa su una selezione di versi tratti dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. La voce di donna che recita gli endecasillabi, trattata elettronicamente, ha fornito tutti i materiali sonori. Essa evoca idealmente Beatrice, il motore immobile dell’amore del Sommo Poeta, e viene elaborata mediante procedimenti di allungamento (time-stretching), trasposizione e granulazione. Il campo di sperimentazione è concentrato su tre aspetti dell’emissione parlata: le vocali (altezza), le consonanti (transienti) e i respiri, manipolati nello spazio temporale percettivo che intercorre fra quantum sonoro, fonema e parola riconoscibile. Le forme sono create dal rapporto dialettico che si instaura tra percettibile / impercettibile, riconoscibilità / irriconoscibilità, regolare / irregolare, finito / infinito, temporale / atemporale, tensivo / distensivo.
“Finalmente Alighieri!”, il primo brano del trittico, è in forma tripartita. Nella prima parte la lettura dei versi è accompagnata da un corale che gradualmente si genera dall’allungamento di alcune vocali man mano che sono presentate nel testo parlato. La parte centrale è di maggior tensione: i versi e le parole sono frammentate, compaiono i respiri isolati, i transienti delle consonanti appaiono in rilievo, le voci si sovrappongono. La generazione delle sequenze è qui realizzata attraverso la sintesi granulare e alcuni procedimenti stocastici. Le luminescenze acutissime e i colpi gravi nascono dalla trasposizione dei materiali e dal loro re-inviluppo, sia in ampiezza che in altezza. Nella parte finale i frammenti e i respiri gradualmente si estinguono e riemerge il corale, basato sull’allungamento dei materiali. Diversamente dall’inizio qui le parole scompaiono, lasciando risuonare soltanto le componenti armoniche della voce, che metaforicamente richiamano l’armonia celeste e la convergenza dell’universo verso l’energia pura.
Elia Andrea Corazza (in arte Elijax) è direttore d’orchestra, compositore, pianista, musicista elettronico e musicologo. Si è perfezionato nella direzione d’orchestra con Gabriele Ferro a Fiesole e ha frequentato il corso estivo di direzione d’orchestra a Tanglewood (Lenox, MA, U.S.A.). Ha conseguito il dottorato di ricerca in musicologia con una tesi su Igor Stravinskij, la laurea DAMS discutendo le trascrizioni di Maurice Ravel, i diplomi di pianoforte, direzione d’orchestra e composizione. È risultato vincitore di borse di studio post-dottorali elargite da alcune tra le più prestigiose istituzioni al mondo: Fondazione Cini (Venezia), Houghton Library (Harvard University, U.S.A.), Beinecke Library (Yale University, U.S.A.), Paul Sacher Stiftung (Basilea, Svizzera), John W. Kluge Center della Library of Congress (Washington DC, U.S.A.) Ha ritrovato l’orchestrazione che Ottorino Respighi fece de La Serva padrona di Giovanni Paisiello per i Ballets Russes di Serge Djagilev nel 1920, considerata perduta. Ne ha curato l’edizione critica per Schott Music, dirigendone nel 2014 il primo allestimento assoluto con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, e una nuova mise-en-scène nel 2017 ad opera della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. Tra le orchestre dirette si segnalano inoltre l’Accademia Filarmonica di Bologna, l’Orchestra Virtuozy Lvova di Leopoli, l’Orchestra Giovanile Santa Cecilia di Portogruaro, l’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, l’Orchestra La Grecìa di Lamezia Terme, e le Orchestre da Camera, Sinfonica e Junior del Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia.
Dal 2015 al 2019 Elia è stato professore di Lettura della partitura e direttore delle Orchestre Junior, da Camera e Sinfonica presso il Conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia (Italia); dal 2019 al 2021 ha insegnato al Conservatorio di Castelfranco Veneto (Italia). Dal 2021 è professore ordinario di Lettura della partitura al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Nel 2021 il trittico con i brani elettronici Finalmente Alighieri!, Passacaglia Poetica e Beatrice Glitch, realizzato con la voce della violinista italiana Emy Bernecoli, è risultato vincitore del concorso internazionale “De Institutione Musica” promosso dalla SIMC (Società Italiana per la Musica Contemporanea) per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. L’attività elettronica di Elijax è documentata su: www.elijax.com
Sophie Delafontaine “Gris souris” [2017] 10:03
Ardoise noire de brune
Ardoise gris souris
Ardoise bleue de lune
Satin du matin
Velours de la nuit
Ardoise éblouie
Da «Ardoises» di Jacques Prévert
Sophie Delafontaine è nata nel 1988 in Svizzera. Dall’età di quattro anni ha amato e scoperto diversi generi musicali attraverso la sua pratica di danza. Si è imbattuta nella musica acusmatica mentre ballava e si muoveva. All’età di 20 anni ha lasciato la Svizzera su consiglio di Sylvette Vezin e si è trasferita in Belgio dove ha studiato composizione acusmatica al Conservatoire royal de Mons / Arts2 – École supérieure des arts (Mons, Belgio) con Annette Vande Gorne, Philippe Mion, e Ingrid Drese. Ha conseguito il master nel 2014. Ha gradualmente capito che ciò che guida il suo interesse per l’arte acusmatica – l’approccio concreto – è il rapporto tra musica acusmatica e danza contemporanea che le è stato insegnato attraverso la filosofia di Alwin Nikolaïs.
Nella sua pratica compositiva, Sophie Delafontaine ama recuperare, riciclare e rinnovare i suoi materiali sonori. Le sue opere acustiche sono fortemente influenzate dalle sue creazioni per la danza e il teatro. Trae ispirazione dall’ambiente, dalle atmosfere, dai testi, dalle storie e dai personaggi che si trovano nei vari spettacoli per i quali fa musica.
L’incontro con Annette Vande Gorne l’ha indirizzata verso una specializzazione nell’esecuzione dal vivo di musica acusmatica. Sophie Delafontaine ha vinto il secondo premio al Concorso di interpretazione spazializzata Espace du son. Tiene conferenze in questa disciplina presso Arts2 dal 2016. Lavora regolarmente come interprete per Musiques & Recherches e BeFEM (Federazione Belga di Musica Elettroacustica). Il suo interesse per la professione performativa l’ha portata a collaborare a diversi progetti: allo sviluppo del primo acusmonium fisso a Losanna (il Wolfonium) con il team di Oblò Sonic; all’esecuzione di vari brani nella versione a tre tavoli dell’Acousmonium Alcôme (Parigi, Francia); alla fondazione del collettivo di compositori Séneçon (Bruxelles); e allo sviluppo di Titans (con Pierre-Axel Izerable), un sistema di proiezione del suono costituito da altoparlanti chiusi in cemento.
La musica acusmatica di Sophie Delafontaine viene eseguita regolarmente in Belgio e all’estero: Ina-GRM (Parigi, Francia), Alcôme (Parigi, Francia), Musiques & Recherches (Ohain, Belgio), Festival Futura (Crest, Francia), Klang (Montpellier, Francia), BEAST (Birmingham, Inghilterra, Regno Unito), FAQ Festival (‘s Hertogenbosch, Paesi Bassi), Exhibitronic (Strasburgo, Francia), Oblò (Losanna, Svizzera), Fonoteca Nacional of México (Città del Messico, Messico), Balkan Contemporary Music Festival (Tirana, Albania), Zèppelin (Barcellona, Spagna), ReMusica (Prishtina, Kosovo), MANTIS Festival (Manchester, Inghilterra, Regno Unito), Audior (Torino, Italia), Dias de Música Electroacústica (Lisbona, Portogallo). Con le sue composizioni ha vinto diversi premi: il secondo premio di composizione di Destellos (Argentina) con “Respire, marche, pars, vas-t-en” nel 2013 e il premio conferito dal pubblico a “Ressort Spiral”, nell’ambito di Métamorphoses (Belgio) nel 2016. Ha conseguito la laurea in composizione acusmatica e compone regolarmente per progetti di danza e di teatro. Suona nel duo di PSP (sassofono e musica elettronica) ed è un membro fondatore del collettivo Séneçon. Insegna interpretazione spazializzata presso ARTS² Academy of Art (Mons). https://electrotheque.com/bio/delafontaine_so/biographie