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#IoSonoMusica / Pietro De Maria

Il pianista Pietro De Maria si esibirà in concerto il 21 Agosto. 

In collaborazione con MEMO Grandi Magazzini Culturali i musicisti rispondono al Levanto Music Festival – Amfiteatrof che si terrà dal 2 Luglio al 12 Settembre 2021.

Come è entrata la musica nella sua vita?

La musica per me è stata una vocazione. I miei genitori non sono musicisti, anche se a casa avevamo alcuni LP di musica classica. Non so perché, ma ho sempre saputo che sarei stato un musicista.

Il primo incontro con il suo strumento.
Ricordo una sera a casa di amici dei miei genitori, avrò avuto 4 anni. C’era un pianoforte verticale e io mi precipitai a strimpellarlo, naturalmente non sapevo come fare non avendo mai ricevuto un’istruzione musicale. Dopo qualche minuto vennero a chiudere a chiave lo strumento facendomi piangere amare lacrime… Forse in quell’occasione i miei si convinsero che il mio desiderio di avere un pianoforte a casa non era un capriccio.

Come racconta il rapporto anche fisico con la musica e il pianoforte?
La musica ha un forte impatto emotivo ma anche fisico: spesso mi vengono i brividi o le lacrime o un’ebbrezza incontenibile ascoltando o suonando certi brani. Probabilmente sono delle scariche di endorfine. Il pianoforte mi dà naturalmente anche un piacere fisico, per fortuna non l’unico tipo di piacere nella mia vita… Ma certamente attraverso le mie dita è una soddisfazione anche fisica padroneggiare i pezzi che suono.

Le esperienze musicali più belle. Da ricordare e raccontare. Da ascoltatore e da musicista.
La più bella esperienza da ascoltatore fu il recital di Arturo Benedetti Michelangeli, che ascoltai a Montecarlo quando avevo 16 anni.
Quella da musicista le lezioni con Maria Tipo.

Il suo sogno (realizzabile) nel cassetto.
Il mio sogno è finire l’integrale delle Sonate di Beethoven che ho cominciato l’anno scorso.

A cosa serve la musica?
La musica rende più intelligenti perché mette in moto aree del cervello che normalmente non utilizziamo (con questo non voglio dire che i musicisti siano per forza persone superiori!) e ci insegna ad ascoltare, quindi a essere più aperti e tolleranti. È un grande antidoto all’invecchiamento, ci mantiene giovani, e ci insegna a rapportarci con le nostre emozioni e ad avere controllo psicomotorio del nostro corpo.

Ci insegna a essere accoglienti e democratici, dato che nella musica si fondono spesso caratteri opposti in una superiore armonia.